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Premesso che anch'io non sono uno sfegatato difensore di questo obbligo, che introduce molti motivi di malumori, invece di ridurli, ritengo non sia corretto lamentarsi per regole che si presume siano piovute dall'esterno (=leggi Europa), e normate da enti pseudoprivati (=leggi UNI)


Le leggi europee sono emesse anche con l'approvazione dei nostri rappresentanti italiani: che poi approvino tutto indiscriminatamente perchè non ci capiscono niente, non è colpa dell'Europa.


Che le attuazioni italiane siano pasticciate e spesso tentino di aggirare quanto stabilito in sede europea ne sono dimostrazione i frequenti richiami e richieste di correzione.


Quanto all'UNI, insieme al CEI per il settore elettrico, è l'ente istituito e riconosciuto dallo stato come unico titolato ad emettere direttive di Unificazione Normativa valida per le industrie e per le amministrazioni, preposto ad interfacciarsi con analogo ente europeo e analoghi extraeuropei: è sostenuto e costituito da Università pubbliche, primarie industrie, ecc. che partecipano alla elaborazione e stesura delle regole comuni.

Che sia un ente di diritto privato non significa che non svolga un servizio pubblico.

Che le norme siano pubblicate e vendute in copia a pagamento, non è dovuto ad altro che per sostenere i costi di pubblicazione e redazione: evidentemente nessuna delle aziende o istituzioni partecipanti si fa carico totale anche dei costi relativi.


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