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Percepisco un dubbio nella risposta dello Studio Verlicchi.

Dunque il distaccato concorre alle spese di consumo dei condòmini collegati per la quota involontaria cioè per quella quota che dipende dalla lontananza dell'utente dalla caldaia.

In sintesi il condòmino più vicino alla caldaia quando "chiama" il riscaldamento richiede tot calore a prezzo 100. Il condòmino più lontano (ultimo piano) chiama il calore a prezzo 120.

La metà di questo 20 lo paga un tizio, condòmino, che non "chiama" il riscaldamento e non ne usufruisce e, magari,  non ha neppure i ripartitori. Sbaglio o qualcuno si arricchisce a spese di qualcun altro?

Inoltre è chiaro che i condòmini utenti dei piani intermedi che si sono visti abbassare il costo del riscaldamento non avranno alcun interesse ad efficientare l'impianto se metà del costo fisso glielo paga  qualcun altro

Dove è la pretesa della legge di stimolare il risparmio energetico?

E dove va a finire il codice civile che prescrive che i distaccati paghino solo la manutenzione straordinaria della caldaia e dell'impianto cioé del capitale che rimane di loro proprietà?

A mio parere la definizione di "utenti finali" non è stata buttata nella norma giusto per imbrattare carta ma per tagliare corto sulle cause giudiziarie che la vecchia norma ha creato.


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