Posso dissentire da alcune affermazioni?
In altre discussioni affermavi il contrario: dopodichè posso pensare che sia stato un lapsus: mi hai insegnato tu che la 10200 prescrive(rebbe) il calcolo analitico delle rispettive dispersioni ecc, come Armando ha specificato.
[USER=950]@Armando[/USER]: se il tecnico precisino non ha tenuto conto dello stato di fatto della abitazione, dovrebbe essere contestato. Purtroppo lo si accerta solo a posteriori...
[USER=82]@Dimaraz[/USER]: anche affermare che prima si "profittava" degli altri, lo ritengo scorretto. I criteri costruttivi di quei tempi non prevedevano accorgimenti per limitare le dispersioni, e l'equilibratura (sommaria) dell'impianto mirava a dare collettivamente a tutti la medesima temperatura.
Idem per la critica sul fatto che l' UNI sia un istituto di diritto privato: si può discutere sul suo costo, ma è un consorzio delle aziende del settore: mi pare che in tutto il mondo funzioni così; produrre delle norme ha un costo, vero anche che ogni azienda mirerebbe a far prevalere come standard le proprie soluzioni proprietarie (brevetti); una soluzione emersa come consortile, dove partecipano anche le pubbliche istituzioni, rappresenta direi il miglior compromesso possibile.
Con ciò è sicuramente lecito individuare i difetti tecnici della 10200, ormai abbastanza noti. (effetti distorsivi in costruzioni datate, e in seconde case abitate solo/prevalentemente stagionalmente, impiego di ripartitori che non sono strumenti di misura ed hanno un margine di errore anche del 20%....), senza contare le applicazioni sommarie fatte da pseudo-termotecnici o amministratori,
Nonostante comunque tutti questi difetti, mi pare si stia diffondendo una maggiore attenzione ai consumi ed alla prevenzione: bastava anche il rincaro dei costi, ma con la contabilizzazione c'è una presa di coscienza individuale.