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giorgino

Membro Ordinario
Amministratore di Condominio
A prescindere che avere un impianto elettrico certificato è sopra ogni altra considerazione una questione di sicurezza assolutamente primaria e che tenersi un impianto non certificato al giorno d'oggi è un'autentica follia, le zone grige per le quali in moti si trovano senza certificato, apre a diversi quesiti ai quali tentiamo di rispondere in questa discussione guida.

La Dichiarazione di Conformità di un impianto oppure la Dichiarazione di Rispondenza per un impianto da ricertificare, sono il famoso pezzo di carta redatto da un tecnico abilitato ed iscritto ad apposito albo fin dal 1990, nel quale viene certificato che l'impianto elettrico risponde ai requisiti stabiliti dalla legge 37/08.

Certifica che il nostro impianto elettrico è sicuro, ovvero che l'impianto è costruito in modo da fornire le previste misure di sicurezza e protezione in modo che i pericoli intrinsechi degli impianti elettrici siano limitati e controllati in un ambito di sicurezza.

Passiamo alle domande:
  • Ho installato il salvavita, sono a posto?
L'installazione di un interruttore differenziale (il cosiddetto salvavita, appunto) serve solo a staccare la corrente elettrica in caso di corto circuito e non attua alcuna azione preventiva, la quale avviene solo in congiunzione con un impianto di terra adeguato e conforme. E in ogni caso, qualsiasi apparecchio installato nell'impianto non lo rende conforme di per se. Solo il certificato può rendere conforme un impianto (che ovviamente sei certificabile come tale e quindi rispondente alla normativa di legge).​

  • Devo vendere/affittare un appartamento. Serve la dichiarazione di conformità?
Certo. E' obbligatorio consegnare l'immobile dotato della dichiarazione di conformità. In mancanza occorre infatti dichiarare nel contratto di locazione o nel rogito notarile che l'adeguamento dell'impianto è a carico dell'acquirente o del conduttore, il quale comunque dovrà certificare l'impianto in ogni caso.
  • Devo ristrutturare casa compreso l'impianto elettrico. Serve un progetto di un tecnico specializzato?
Il progetto del nuovo impianto elettrico da parte del professionista abilitato occorre solo nel caso in cui la potenza impegnata sia superiore ai 6KW oppure se l'unità abitativa supera i 400 metri quadrati. In tutti gli altri casi, basta il certificato di conformità della ditta installatrice (la quale deve essere iscritta a un apposito registro di installatori autorizzati).​
 

enzo.toscano

Membro Ordinario
Ingegnere
Un piccolo contributo alla guida.
L'interruttore differenziale ( salvavita) è il " minimo sindacale" previsto dalla vecchia 46/90 ma la protezione completa si ha con le prese dotate di filo di terra ( quello giallo/ verde) ovviamente collegato a un impianto di terra condominiale.
P.s.
Il differenziale vs provato con il tastino di prova frequentemente;
Di mestiere faccio le verifiche sugli impianti e vi assicuro che un buon 30% alla prima prova non funziona.
 

davideboschi

Membro Ordinario
Altro Professionista
il cosiddetto salvavita (...) serve solo a staccare la corrente elettrica in caso di corto circuito
Non è esatto. Il salvavita serve a staccare l'alimentazione elettrica in caso vi sia una dispersione di corrente verso terra.
Questa dispersione può essere dovuta:
- a un problema in un'apparecchiatura (ad esempio un filo scoperto che tocca la carcassa, che è messa a terra);
- oppure a una persona che tocca un filo scoperto o una parte in tensione. (da qui il nome "salvavita").

In caso di corto circuito, scatta la protezione magnetotermica.
 

Dimaraz

Moderatore
Membro dello Staff
Altro Professionista
Non è esatto. Il salvavita serve a staccare l'alimentazione elettrica in caso vi sia una dispersione di corrente verso terra.

Non è esatto.

Dipende dall'anno in cui l'impianto è stato fatto fatto

Comunque faccio presente che vi siete lanciati a dare risposta ad una discussione/guida di svariati anni fa...riesumata dal solito "bontempone" che pensava di fare pubblicità non autorizzata.
 

Dimaraz

Moderatore
Membro dello Staff
Altro Professionista
Non è esatto. Il salvavita serve a staccare l'alimentazione elettrica in caso vi sia una dispersione di corrente verso terra.
Questa dispersione può essere dovuta:
- a un problema in un'apparecchiatura (ad esempio un filo scoperto che tocca la carcassa, che è messa a terra);
- oppure a una persona che tocca un filo scoperto o una parte in tensione. (da qui il nome "salvavita").
Integro la telegrafica smentita per opportuna conoscenza.
Un "salvavita" è il nome volgare di un interruttore differenziale (spesso direttamente abbinato al magnetotermico).

Il suo funzionamento/efficacia non implica la presenza di una linea di terra...infatti si possono regolarizzare i vecchi impianti privi di messa a terra con l'installazione di tale dispositivo.

Il suo intervento è determinato non appena legge una "differenza" nel flusso elettrico fra le fasi (impianti trifase) o fra fase e neutro (impianti monofase) secondo una opportuna classificazione.

Un impianto di messa a terra non garantisce la salvezza in caso di eventuale contatto fra fase e terra con una persona che fa da "ponte".
Molti elettrodomestici sono privi di "messa a terra" in quanto è presente un doppio "isolamento" della scocca/involucro.
 

davideboschi

Membro Ordinario
Altro Professionista
vi siete lanciati a dare risposta ad una discussione/guida di svariati anni fa
Non mi ero accorto
Integro la telegrafica smentita per opportuna conoscenza.
Non credo di avere scritto che affinché funzioni il salvavita occorra la messa a terra.
Ho scritto che il salvavita interviene se vi è un guasto verso la carcassa messa a terra, oppure se una persona tocca un filo scoperto, creando una dispersione verso terra (da cui il nome "salvavita").
 

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