Scipione Africano
Nuovo Iscritto
- Condòmino proprietario
Buongiorno,
sono proprietario di una seconda casa in Liguria, si tratta di un piccolo complesso di 15 appartamenti costruito nel 2006. Nel 2014 un condòmino contestava in assemblea (assemblea a cui non potevo partecipare) un paio di asserite "irregolarità" relative al mio appartamento. Presa visione del verbale contattavo immediatamente l'amministratore per fornire tutta la documentazione relativa a queste due situazioni. Nel corso della successiva assemblea di condominio, tenutasi nel 2015, chiedevo all'amministratore di esprimersi relativamente alle spiegazioni fornite e questi dichiarava davati all'assemblea che le informazioni fornite erano sufficienti a chiudere il caso, senza però scrivere nulla a verbale.
Qualche mese fa ricevo il verbale dell'assemblea di condominio e ci trovo nuovamente le stesse contestazioni (oltre a tutta una serie di contestazioni ad altri condòmini). Pochi giorni dopo ricevo una raccomandata dall'amministratore in cui mi si intima di ripristinare lo stato dell'appartamento (cosa difficile dato che perlomeno per una delle contestazioni la modifica non l'ho fatta io ma altri condòmini...) o fornire adeguata risposta all'amministratore in merito. Rimando quindi tutta la documentazione (rogito, capitolato completo, planimetrie catastali, ecc) all'amministratore che verbalmente mi ripete che le spiegazioni fornite sono soddisfacenti. Chiedo però di avere conferma scritta di questa cosa e sorge il problema: l'amministratore sostiene che non è suo compito e che non intende rispondere per iscritto alle mie richieste di sapere se la questione si deve ritenere chiusa o meno (oltre a ciò si è rifiutata di inserire queste questioni all'ordine del giorno dell'ultima assemblea nonostante diversi condòmini avessero fatto espressa domanda scritta).
La stessa cosa succede per gli altri condòmini, tutti hanno risposto (alle polemiche di 1 solo condòmino su 15) e l'amministratore si rifiuta di chiarire per iscritto se le spiegazioni fornite siano efficaci o meno.
Chiarito che l'amministrare verrà sostituito alla prossima assemblea, nel frattempo ci chiediamo se il rifiuto dell'amministratore di rispondere ai chiarimenti forniti sia o meno corretto, se sia una ipotesi di inadempimento e nel caso se avremo modo di chiedere i danni per i costi che dovremo subire per impugnare i verbali delle ultime assemblee, impugnazione che si rende necessaria dato che l'amministratore si rifiuta di chiarire per iscritto se le questioni sono da ritenersi chiuse o meno.
Come possiamo tutelarci anche considerando che vi è 1 solo condòmino che da anni contesta sempre le stesse cose a tutti gli altri?
Grazie mille
Scipione
sono proprietario di una seconda casa in Liguria, si tratta di un piccolo complesso di 15 appartamenti costruito nel 2006. Nel 2014 un condòmino contestava in assemblea (assemblea a cui non potevo partecipare) un paio di asserite "irregolarità" relative al mio appartamento. Presa visione del verbale contattavo immediatamente l'amministratore per fornire tutta la documentazione relativa a queste due situazioni. Nel corso della successiva assemblea di condominio, tenutasi nel 2015, chiedevo all'amministratore di esprimersi relativamente alle spiegazioni fornite e questi dichiarava davati all'assemblea che le informazioni fornite erano sufficienti a chiudere il caso, senza però scrivere nulla a verbale.
Qualche mese fa ricevo il verbale dell'assemblea di condominio e ci trovo nuovamente le stesse contestazioni (oltre a tutta una serie di contestazioni ad altri condòmini). Pochi giorni dopo ricevo una raccomandata dall'amministratore in cui mi si intima di ripristinare lo stato dell'appartamento (cosa difficile dato che perlomeno per una delle contestazioni la modifica non l'ho fatta io ma altri condòmini...) o fornire adeguata risposta all'amministratore in merito. Rimando quindi tutta la documentazione (rogito, capitolato completo, planimetrie catastali, ecc) all'amministratore che verbalmente mi ripete che le spiegazioni fornite sono soddisfacenti. Chiedo però di avere conferma scritta di questa cosa e sorge il problema: l'amministratore sostiene che non è suo compito e che non intende rispondere per iscritto alle mie richieste di sapere se la questione si deve ritenere chiusa o meno (oltre a ciò si è rifiutata di inserire queste questioni all'ordine del giorno dell'ultima assemblea nonostante diversi condòmini avessero fatto espressa domanda scritta).
La stessa cosa succede per gli altri condòmini, tutti hanno risposto (alle polemiche di 1 solo condòmino su 15) e l'amministratore si rifiuta di chiarire per iscritto se le spiegazioni fornite siano efficaci o meno.
Chiarito che l'amministrare verrà sostituito alla prossima assemblea, nel frattempo ci chiediamo se il rifiuto dell'amministratore di rispondere ai chiarimenti forniti sia o meno corretto, se sia una ipotesi di inadempimento e nel caso se avremo modo di chiedere i danni per i costi che dovremo subire per impugnare i verbali delle ultime assemblee, impugnazione che si rende necessaria dato che l'amministratore si rifiuta di chiarire per iscritto se le questioni sono da ritenersi chiuse o meno.
Come possiamo tutelarci anche considerando che vi è 1 solo condòmino che da anni contesta sempre le stesse cose a tutti gli altri?
Grazie mille
Scipione